LITURGIA - Chiesa a Villa Borghese Roma

Immacolata
SANTA MARIA
RETTORIA
Rettoria a Villa Borghese
a VILLA BORGHESE
Roma
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LITURGIA * LITURGIA DELLE "ORE" * I PADRI DELLA CHIESA *calendario SANTI E BEATI

Da selezionare in questa pagina
  1. Anno liturgico
  2. Preghiamo con la Liturgia delle Ore
  3. Commento dei Padri, I Padri dellsa Chiesa
  4. Santi e Beati, calendario
 
liturgia
L'anno liturgico è la celebrazione della vita di Gesù distribuita nell'arco di un intero anno.
"l'anno liturgico è composto dal ciclo delle stagioni liturgiche, le quali determinano le feste da osservare, le celebrazioni dei Santi, e i passi delle Sacre scritture da leggersi nelle celebrazioni."



tempo ordinario
che inizia il lunedì dopo la domenica di Pentecoste e termina il sabato che precede la prima domenica di Avvento.
Il “tempo ordinario” è un periodo liturgico un pò particolare: quasi“noioso”, ordinario appunto, molto lungo, quasi un riempitivo tra i periodi più forti dell’anno, come Avvento-Natale o Quaresima-Pasqua.
Il tempo ordinario comunque non è un tempo “di riempimento”. E infatti non lo è. Le trentatrè o trentaquattro settimane del tempo ordinario, divise tra i due tempi forti, “post epifania” e “post pentecoste”, non celebrano nulla di particolare, se non la Pasqua di Cristo nella normalità.
Questo tempo spezza l’idea che l’Anno Liturgico sia un semplice itinerario catechistico, ma rende la celebrazione della Pasqua ogni domenica il centro e il fulcro dell’esperienza cristiana, nell’accogliere l’amore di Cristo che si esprime nella comunità cristiana, dalla creazione fino alla fine dei tempi. Il centro, quindi, rimane il mistero pasquale, che si può evincere chiaramente dai prefazi domenicali.

LITURGIA delle "ORE"
prega con la liturgia
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La Liturgia delle Ore nasce dall’esortazione di Gesù a pregare sempre,
La Liturgia delle Ore sancisce un momento di dialogo fra Dio e gli uomini.
La Liturgia delle Ore si compone fondamentalmente della lettura della Parola di Dio e di Salmi diversi a seconda dei giorni e dell’orario.

Tutte queste preghiere comuni, suddivise nell’arco della stessa giornata, furono ordinate e andarono a formare la Liturgia delle Ore o Ufficio divino, una preghiera di lode e supplica della Chiesa con Cristo e a Cristo, arricchita di letture bibliche, cantici e inni.
La riforma di San Benedetto decretò la regola da applicare a questa consuetudine, stabilendo le diverse ore della giornata in cui i monaci dovevano ritrovarsi a pregare insieme, e le modalità.
L’usanza della Liturgia delle Ore si diffuse rapidamente anche al di fuori dei monasteri.
il Concilio Vaticano II ha decretato che, mentre i presbiteri e i vescovi devono praticare la celebrazione della Liturgia delle Ore nella sua forma integrale e i vescovi e i diaconi devono recitare le tre Ore maggiori, anche i fedeli sono tenuti a celebrare ogni giorno almeno le Ore canoniche.

SUDDIVISIONE
Le preghiere sono previste in diverse ore della giornata, articolata nelle ore canoniche.
Le due ore principali sono:
  • le Lodi Mattutine, che si celebrano all’inizio della giornata;
  • i Vespri, che si celebrano alla sera, solitamente all’imbrunire o prima di cena.

Struttura
La prima ora che si recita nella giornata (sia essa l’Ufficio delle Letture o le Lodi Mattutine) è preceduta dalla recita del salmo invitatorio con la sua antifona, che si ripete tra le strofe.
  • il Benedictus o Cantico di Zaccaria nelle Lodi;
  • il Magnificat o Cantico della Beata Vergine Maria nei Vespri.
* Si apre con un versetto (“O Dio, vieni a salvarmi” – “Signore, vieni presto in mio aiuto”, tratto dal salmo 69), a cui segue il Gloria al Padre.
* Poi un inno, tratto dalle composizioni poetiche di origine ecclesiale.
* Si continua con la recita di tre salmi:
Ogni salmo o parte di salmo è introdotto da un’antifona, che ha la funzione di orientare la preghiera al contenuto del salmo; al termine del salmo, salvo ove diversamente indicato, si recita la dossologia Gloria al Padre. L’antifona si recita di nuovo dopo il Gloria al Padre o comunque alla fine dello stesso salmo.
* Segue una lettura biblica con il suo responsorio.
Nelle LODI e nei VESPRI segue  un cantico tratto dal Vangelo:

Le Lodi si concludono con le invocazioni, e i Vespri con le corrispondenti intercessioni, a cui fa seguito il Padre nostro.
Tutte le ore terminano con l’orazione finale.
COMMENTO DEI PADRI DELLA CHIESA
I PADRI DELLA CHIESA
AMBROSIASTER                  CLEMENTE ALESSANDRINO
DIDIMO IL CIECO                DOROTEO DI GAZA
EVAGRIO PONTICO               GREGORIO NAZIANZENO
ORIGINE ADAMANTIO            SAN BASILIO MAGNO
SAN CIPRIANO DI CARTAGINE  SAN CIRILLO DI ALESSANDRIA
SAN CIRILLO DI GERUSALEMME  SAN CROMAZIO DI AQUILEIA
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO     SAN GIROLAMO
SAN GREGORIO DI NISSA         SAN GREGORIO MAGNO
SANT’AGOSTINO DI IPPONA       SANT’AMBROGIO
SANT’ANTONIO ABATE           SANT’ ATANASIO DI ALESSANDRIA  SANT’EFREM                       SANT’EUSEBIO DI CESAREA
SANT’ILARIO DI POITIERS         TERTULLIANO

SANT’ANTONIO
ABATE


In seguito alla morte dei suoi genitori quando aveva circa 20 anni, Antonio, una volta assicuratosi che sua sorella avesse terminato gli studi, vendette la sua casa e la terra di sua proprietà, donando il ricavato ai poveri. Si unì, quindi, agli anacoreti che vivevano nella zona. A 35 anni si trasferì nel deserto a vivere solo e visse vent’anni in un fortino abbandonato.
Nonostante Antonio si fosse asserragliato in quel luogo di solitudine, numerosi ammiratori e aspiranti studenti lo visitavano, fino a che non si decise ad accettare di essere consigliere spirituale. Antonio fondò due monasteri sul Nilo, uno a Pispir, uno a Arsinoe. Molti di coloro che hanno vissuto vicino a lui vivevano fabbricando cesti e pennelli, e da ciò è nato il suo patrocinio per tali traffici.
Antonio lasciò brevemente il suo rifugio isolato nel 311, per recarsi ad Alessandria d’Egitto allo scopo di lottare contro l’arianesimo e confortare le vittime delle persecuzioni di Massimino. Egli si ritirò infine nel deserto, vivendo in una grotta sul Monte Colzim.
Il santo morì all’età di 105 anni. Una vita di solitudine, digiuno, e lavoro manuale al servizio di Dio lo aveva mantenuto sano e vigoroso fino agli ultimi momenti della sua vita.
L’esempio di sant’Antonio Abate ha indotto molti a intraprendere la vita monastica per seguire la sua strada. Verso la fine della sua vita, egli divenne anche amico di San Paolo l’Eremita.
S. Atanasio, che conosceva Antonio e scrisse la sua biografia, ha detto: “Antonio non era noto per i suoi scritti, né per la sua sapienza mondana, né per qualsiasi arte, ma semplicemente per la sua riverenza verso Dio”. Ci si può chiedere oggi cosa abbia da insegnare una persona che viveva nel deserto, indossava pelli, mangiava solo pane e dormiva per terra. L’insegnamento di Antonio fu di vivere la vita con fede radicale e completo impegno verso Dio.


https://www.padridellachiesa.it/santantonio-abate/

alcuni pensieri sulla Misericordia di Dio, nei Sermoni del Santo Dottore Evangelico Antonio di Padova:

Il povero, privo di ogni umano soccorso, fiducioso solo nella divina misericordia, prega: «Signore, ho confidato nella tua misericordia. Il mio cuore ha esultato nella tua salvezza, canterò al Signore che mi ha beneficato» (Sal 12,6). Nota che ha detto tre cose: Ho confidato, il mio cuore ha esultato, e canterò al Signore. Il vero povero confida nella misericordia di Dio, il suo cuore esulta pur nella miseria del mondo, e così canterà la sua lode al Signore nell'eterna gloria. (Dom I d. Pent. §6 )

Se nella casa della confessione risuona la musica del pianto dell'amara compunzione, subito risponde ad una voce il coro della divina misericordia che perdona i peccati... La confessione è chiamata anche «porta del cielo». O vera porta del cielo, o vera porta del paradiso! Per mezzo di essa infatti, come attraverso una porta, il peccatore pentito viene introdotto al bacio dei piedi della divina misericordia, viene sollevato al bacio delle mani della grazia celeste, viene innalzato al bacio del volto della riconciliazione con il Padre.
O casa di Dio, o porta del cielo, o confessione del peccato! Beato colui che abiterà in te, beato colui che entrerà attraverso di te, beato chi si umilierà in te! (Dom I Quar. (2) §19)

O profondità della divina clemenza, ben oltre il fondo dell'umana intelligenza, perché la sua misericordia è senza numero. Sta scritto nel libro della Sapienza: «Dio, avendo tutto disposto con misura, calcolo e peso» (Sap 11,21), non volle rinchiudere la sua misericordia entro queste leggi, entro questi termini, anzi è la sua misericordia che tutto racchiude e tutto abbraccia. La sua misericordia è dovunque, anche nell'inferno, perché neppure il dannato viene punito nella misura che la sua colpa esigerebbe.

«Della misericordia del Signore è piena la terra» (Sal 118, 64), e noi tutti, miseri, abbiamo ricevuto dalla sua pienezza grazia su grazia (cf. Gv 1,16). Paolo: «Per la misericordia di Dio sono quello che sono» (1Cor 15,10), e senza di essa sono nulla. O Signore, se tu mi privi della tua misericordia, io sprofondo nell'eterna miseria.
La tua misericordia è la colonna che sostiene il cielo e la terra, e se tu la togli, tutto cade in rovina. «È in grazia delle tue molte misericordie - dice Geremia -, se noi non siamo annientati» (Lam 3,22). Veramente molte sono le tue misericordie! Ogni volta che con la mente o con il corpo abbiamo commesso il peccato mortale, e non siamo stati strozzati all'istante dal diavolo, se siamo ancora in vita, dobbiamo attribuirlo all'infinita misericordia di Dio. Egli infatti aspetta che ci convertiamo e quindi non permette che il diavolo ci strozzi. Quindi, di tutte queste misericordie dobbiamo rendere grazie al Padre misericordioso, ogni volta che abbiamo peccato e non siamo stati annientati. O noi miseri! Perché siamo tanto ingrati di fronte a sì grande misericordia? (Dom XVI d. Pent. §12)

https://www.cantualeantonianum.com/2013/04/santantonio-di-padova-e-la-divina.html
CALENDARIO SANTI E BEATI 2022
RICORRENZE
NOVEMBRE 2024


1  Tutti i Santi







2  Commemorazione dei
 fedeli defunti

9   Dedicazione della Basilica Lateranense
(San Giovanni in Laterano)

11  
San Martino

18 Dedicazione basiliche San Pietro e san Paolo

21 Presentazione della Beata Vergine Maria
al tempio

22
Santa Cecilia

24 DomenicaNostro Signore Gesù
Cristo Re dell'Universo

27 Medaglia Miracolosa

30
Sant' Andrea ap.
calendario
beati e santi 2024




I Santi, uomini e donne credibili che ci indicano la strada

Il primo e più grande dovere per i cristiani riguardo alla propria vocazione è quello di ricordare che la santità non è un lusso per pochi ma un semplice dovere per tutti e se tutti siamo chiamati alla santità vuol dire che questa è possibile, praticabile, raggiungibile.

Il Concilio ricorda a tutti i battezzati che “nei vari generi di vita e nelle varie professioni un’unica santità è praticata da tutti coloro che sono mossi dallo Spirito di Dio e seguono Cristo povero, umile e carico della croce, per meritare di essere partecipi della sua gloria”.

La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell'unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti.

Ma a che cosa serve ricordare i santi?
I santi prima di tutto sono uomini credibili, sono la risposta più credibile alla mancanza di fede e alla deriva spirituale di questo nostro tempo.
Appartengono a tutte le età e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione e soprattutto sono personalità molto diverse.
Essi dicono che è possibile percorrere questa strada.

Tutti abbiamo conosciuto nella nostra vita dei santi, che magari non saranno mai canonizzati ma che ci hanno confermato che la fede è credibile, che forse un Dio c’è e si prende cura di noi.
Questi “santi della porta accanto” come ricorda papa Francesco, insieme a quelli canonizzati che amiamo e veneriamo, sono veri e propri “indicatori di strada”, anche i santi più semplici, cioè le persone buone che abbiamo conosciuto nella nostra vita, che non saranno mai canonizzate.
Benedetto XVI in una celebre catechesi sul significato della santità cristiana ebbe a dire a questo proposito che: I Santi sono persone normali, per così dire, senza eroismo visibile, ma nella loro bontà di ogni giorno vedono la verità della fede. Questa bontà, che hanno maturato nella fede della Chiesa, è per me la più sicura apologia del cristianesimo e il segno di dove sia la verità”.

Il cristianesimo, più che per i predicatori, è credibile perché ci sono i santi.
La Chiesa stessa cresce da sempre per attrazione e non per proselitismo. Mille bravi annunciatori non possono ottenere ciò che ottiene un Santo da solo. Paolo VI ha più volte sottolineato che: “l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri”.
Nella storia millenaria della Chiesa sono sempre stati i testimoni che confermano i maestri e non il contrario. Il giorno in cui Madre Teresa di Calcutta morì, centinaia di persone che si definivano atee si recarono da ogni parte del mondo a Calcutta, molti di loro tornando nei loro Paesi, testimoniarono di non essere più troppo sicuri della totale inesistenza di Dio. Questa è la testimonianza che un uomo e una donna quando sono credibili nel vivere la loro appartenenza a Cristo realizzano nel silenzio la sua stessa missione.
La santità è e sarà sempre la risposta più credibile alla mancanza di fede e alla deriva spirituale di cui siamo spesso spettatori impotenti.

https://www.agensir.it/chiesa/2021/11/01/i-santi-uomini-e-donne-credibili-che-ci-indicano-la-strada/
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