ICONE - Chiesa a Villa Borghese Roma

Immacolata
SANTA MARIA
Rettoria
RETTORIA
a Villa Borghese
a VILLA BORGHESE
Roma
Santa Maria
IMMACOLATA
Santa Maria
Immacolata
Immacolata
Santa Maria
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Icona Mariana
Icona, dal greco eikon, immagine, designa una pittura sacra eseguita su pannello di legno con una tecnica particolare tramandata da secoli. Le più antiche sono eseguite a encausto: secondo questa tecnica i colori sono legati con della cera e stesi con ferro rovente. Alcune sono eseguite in mosaico: in maggioranza sono pitture a tempera: i colori sono amalgamati non con olio ma con giallo d'uovo preparato con aceto o, in Russia, con una specie di birra, il kvas. La tavola di legno è accuratamente scelta tra legni non resinosi e diversi secondo le regioni d'origine, e preparata sui due lati. La parte riservata a ricevere la pittura viene leggermente incavata per ottenere sui bordi una specie di cornice naturale. Alcune tavole sono dipinte sui due lati e servono per lo più a essere portate in processione. Nel corso dei secoli molte icone sono state ricoperte di una ricca ornamentazione metallica, chiamata riza dai russi, che copriva tutto il dipinto, tranne il viso e le mani della figura rappresentata. Da notare, però, che l'icona è preziosa prima di tutto per la pittura e non per gli oggetti preziosi che la ricoprono.

Icona, oggetto di culto
Le icone sono in primo luogo oggetti di culto destinati alla venerazione dei fedeli. Esse sono destinate prima di tutto alle chiese: davanti ad esse si accendono lumi e ceri, si svolgono le preghiere del clero e dei fedeli. Spesso vengono portate in processione nelle più svariate occasioni. I fedeli a loro volta chiedono di far fare delle copie delle icone più amate che sono esposte nelle chiese per poterle avere a portata di mano a casa, trasformando così la casa in una vera chiesa domestica. I temi trattati nelle icone sono molto diversi e coprono quasi tutti gli argomenti della storia sacra dell'Antico e del Nuovo Testamento, seguendo i cicli liturgici del temporale e del santorale, con particolare attenzione rivolta ai personaggi e al loro specifico ruolo svolto nella storia della salvezza e della Chiesa. Ma i personaggi maggiormente raffigurati sono Cristo e la sua santissima Madre. Qui parleremo esclusivamente delle icone mariane.

Le icone mariane
Le icone mariane sono le più numerose dell'iconografia e anche quelle più amate dai fedeli. La Madonna vi è raffigurata il più delle volte in busto, ma talvolta anche a pieno corpo seduta o in piedi. È dipinta obbligatoriamente su fondo oro, simbolo del cielo dove essa si trova. Regge sempre il divin Figlio seduto in grembo o appoggiato sul braccio sinistro, talvolta anche destro. Il bambino e tale per la statura, ma ha i tratti di un adulto: veste abiti coperti di striature d'oro: questa messa in scena apparentemente inconsueta vuole suggerire che egli è l'Emmanuele, Figlio di Dio e Dio egli stesso. Maria e, così, designata come «Madre di Dio», e la sua maternità divina è significata dai due digrammi posti ai due lati del suo capo: MP ΘY, abbreviazione per Meter Theou. ossia Madre di Dio. Secondo la tradizione antica le icone mariane riproducono un ritratto originale di Maria dipinto dall'evangelista Luca. Il ritratto, fatto dopo la Pentecoste, mentre Maria viveva ancora a Gerusalemme, sarebbe stato portato a Costantinopoli nel corso del secolo quinto, e posto nel santuario mariano dell'Odigitria, da cui prenderà il nome. Ciò spiega che molte icone mariane siano venerate come Madonna di san Luca, Madonna Greca, Madonna di Costantinopoli, Madonna Odigitria. Quest'ultimo vocabolo, molto diffuso in Italia, è anche abbreviato in «Itria».

Il ritratto fisico di Maria
   Le prime immagini della Madonna nelle catacombe raffigurano Maria come una matrona romana. Ben presto, però, in Oriente si e andati alla riscoperta di un vero ritratto: questa e l'origine del ritratto attribuito a san Luca. I tratti somatici di Maria sono anche tramandati dai Padri della Chiesa e contenuti nei manuali di pittura. Il manuale di Dionisio da Furnà, monaco greco del monte Athos, del secolo XVIII, dà il seguente ritratto di Maria: «La santissima Madre di Dio era di statura media (alcuni dicono che anche lei era alta tre braccia), del colore del grano, con i capelli biondi e gli occhi chiari e belli, le sopracciglia lunghe, un naso medio, una mano lunga con dita affilate: era semplice, umile, naturale: amava i vestiti dal colore naturale, come testimonia il suo Maphorion che si trova nel tempio a lei dedicato.»

Gregorio Palamas, autore greco del secolo XIV: «Volendo creare un'immagine della bellezza assoluta e manifestare chiaramente agli angeli e agli uomini la potenza della sua arte, Dio ha fatto Maria tutta bella. Egli ha riunito in lei le particolari bellezze distribuite alle altre creature e l'ha costituita comune ornamento di tutti gli esseri visibili e invisibili: o
piuttosto, ha fatto di lei come la sintesi di tutte le perfezioni divine, angeliche e umane, una bellezza sublime che nobilita i due mondi, che si eleva dalla terra fino al cielo e che supera anche quest'ultimo... Maria è come la linea di demarcazione tra il creato e l'increato. Ella sola ha ricevuto i doni divini senza misura e Dio ha posto tutto nelle sue mani: ella è il luogo di tutte le grazie, la pienezza della bontà, l'immagine viva di ogni virtù; ella sola è stata ricolmata dei carismi dello Spirito Santo, ed e eccelsa su ogni creatura per la sua unione con Dio».
Abbiamo in questa descrizione gli elementi della bellezza spirituale. soprannaturale della Madre di Dio che il pittore e chiamato a rendere visibile con la sua arte. Il compito e però così arduo e cosi sublime da dover ricorrere a un grande numero di iscrizioni e di simboli.

I simboli e le iscrizioni
I simboli principali, accompagnati da iscrizioni a cui normalmente ricorre l'artista, sono i seguenti.
La posizione frontale delle figure e gli occhi aperti rivolti allo spettatore hanno lo scopo di mettere il fedele che prega in diretto contatto con il modello raffigurato.
Il fondo oro esprime la gloria celeste in cui vivono attualmente le figure rappresentate.
Il nimbo dorato suggerisce la santità della Panaghia, o «Tuttasanta».
Le tre stelle dipinte sul capo e sulle spalle di Maria simboleggiano la Aeiparthenos, o «perpetua verginità di Maria prima, durante e dopo il parto».
Le Iscrizioni che figurano sulle icone mariane sono di due tipi. Le prime sono obbligatorie, le seconde facoltative.
Quelle obbligatorie accompagnano le figure di Maria e del bambino. Quella che accompagna la figura di Maria è costituita dai due digrammi del nome di Maria, scritti in grandi caratteri, spesso ornati, ai due lati del capo della Madonna.
Essi sono MP ΘY, abbreviazione per Meter Theou, o Madre di Dio.
Essi corrispondono inoltre al nome Theotokos divenuto un nome proprio di Maria a partire del concilio di Efeso del 431, nel quale i Padri della Chiesa ravvisano la fonte di tutte le sue grandezze e di tutti i suoi privilegi. San Giovanni Damasceno (+749) cosi lo celebra: «Il solo nome Theotókos contiene tutto il mistero dell'economia della salvezza».

Anche il bambino che siede in braccio o nel grembo della Madre è raffigurato in posizione frontale.
Veste chiton. o tunica. e imation. o mantello color oro coperto di assist, ossia di una ragnatela di fili d'oro che esprimono la sua divinità. Ha la statura di un bimbo di tre anni, ma le sembianze sono di un adulto, per sottolineare il carattere soprannaturale e divino.
Il nimbo è crociato, per indicare il Salvatore, e contiene il trigramma sacro O WN, o Yahweh, il nome rivelato da Dio a Mosè.
Ai due lati del capo sono iscritti IC XC, per Gesù Cristo, Figlío di Dio e Dio lui stesso.
La mano sinistra regge un rotolo di pergamena, simbolo della sapienza.
La mano destra alzata suggerisce un segno di benedizione

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